Di seguito il contributo inviato alla Giunta Comunale di Cremona che prende spunto dalla proposta di destinazione d'uso riguardante l'ambito di trasformazione CR25
Nei
giorni scorsi la stampa locale ha diffuso la notizia di un possibile
cambiamento di destinazione d’uso dell’ambito di trasformazione
CR 25, da residenziale a servizi. L’area in questione, situata in
prossimità di via Flaminia ed attualmente occupata da orti urbani, è
già stata sotto osservazione in tempi recenti da parte di varie
associazioni in quanto l’urbanizzazione a destinazione residenziale
che veniva prevista si collocava in una zona a rischio di esondazioni
del vicino Cavo Reale e in prossimità di una scarpata morfologica
esistente e del parco di Villa Flaminia.
Da
parte del Coordinamento Locale del Forum Nazionale Salviamo il
Paesaggio, Difendiamo i Territori
la preoccupazione principale rimane quella del consumo di suolo, la
cui tutela riteniamo debba essere prioritaria al di là della natura
stessa degli insediamenti previsti. E’
stata infatti presentata nei mesi scorsi in Parlamento la proposta di
legge redatta dal Forum, che al contrario delle altre proposte
presentate da varie forze politiche sul tema non si limita a
prevedere una graduale limitazione delle urbanizzazioni di suolo
agricolo e naturale ma fissa il principio che le nuove urbanizzazioni
debbano avvenire solamente nei casi di documentata impossibilità di
ricorrere al recupero di aree dismesse.
In attesa dell’approvazione di una
legge nazionale che si occupi seriamente del problema e non demandi
tutto alle Regioni, le cui iniziative legislative riguardanti a
parole il consumo di territorio sono molto spesso carenti se non
addirittura controproducenti, ci si chiede come può agire un Comune
al riguardo.
Prendendo
ad esempio proprio il caso di via Flaminia, ci si chiede quali sono
gli elementi ostativi che impediscono una scelta di tipo differente e
come può superarli un’Amministrazione che pone la tutela del suolo
tra i suoi obiettivi. Al di
là della necessità di una normativa nazionale, strettamente
collegata a quella sul consumo di suolo, che preveda adeguati
incentivi al recupero delle
aree dismesse, crediamo che
anche a livello comunale sia possibile agire
tramite agevolazioni fiscali o riduzione degli oneri di
urbanizzazione interventi di recupero delle aree dismesse. Anche lo
strumento urbanistico dovrebbe orientarsi sull’identificazione di
aree soggette a piani di recupero anziché ambiti di trasformazione
che interessino aree inedificate. A tal fine riteniamo
fondamentale realizzare un
censimento capillare di tutte le aree produttive, artigianali e
commerciali dismesse e delle abitazioni inutilizzate. Il
Forum Nazionale aveva a suo tempo sottoposto a tutti i Comuni
italiani la compilazione di una scheda di “censimento del cemento”,
che purtroppo è stata
redatta solo da una piccola parte degli stessi. Questo passo sarebbe
utile anche al fine di
istituire una sorta di tavolo di confronto tra proprietari di
immobili e soggetti interessati alla realizzazione di interventi
edilizi o che necessitino di spazi in relazione a vari tipi di
attività, in modo da
favorire l’incontro di domanda e offerta nell’ottica dello stop
al consumo di suolo.
Avvicinandoci
al termine del mandato amministrativo chiediamo pertanto quali di
queste o altre azioni volte allo stop al consumo di territorio siano
state messe in atto e se vi siano in programma ulteriori interventi
che puntino a tale obiettivo. Riteniamo che le amministrazioni locali
non possano infatti abdicare al loro ruolo di governo del territorio
demandando unicamente al mercato la gestione di domanda ed offerta di
aree edificabili ed urbanizzabili.