Efficienza sul tema del
contrasto al consumo di suolo: non più una fissazione di
pochi comitati e docenti di pianificazione territoriale ma una necessità che si
sta facendo largo nelle coscienze dei cittadini e che trova sempre più spazio
nei programmi elettorali, tanto che anche il sindaco Galimberti l’ha inserita
tra le linee guida del suo mandato.
Eppure è di pochi giorni fa
la notizia dell’approvazione del Piano Attuativo riguardante l’urbanizzazione
di un’area agricola di quasi 300.000 mq a lato della via Mantova,
all’altezza della Corte dei Monaci. Si tratta di un’espansione urbana che dista
circa un chilometro dall’area commerciale di San Marino (Cremona 2), per la
quale, nel PGT del Comune di Gadesco Pieve Delmona, è peraltro previsto un
ulteriore ampliamento di oltre 25.000 mq, proprio in direzione della città.
L’area di trasformazione di
San Felice era già prevista nella variante di PGT approvata nel 2012, sulla
quale l’attuale Amministrazione ha deciso di non intervenire. Nel frattempo
(Novembre 2014) Regione Lombardia è intervenuta con la Legge Regionale 31/14 che, pur fornendo alcune indicazioni
controverse, si pone come obiettivo la riduzione del consumo di suolo e la
riqualificazione del suolo degradato: alcuni comuni hanno già proceduto alla
revisione dei loro PGT stralciando alcune aree di espansione urbana.
Sempre
ai fini della riqualificazione del suolo degradato è stato realizzato un
censimento delle aree dismesse del territorio lombardo,
che prende in considerazione le più rilevanti aree abbandonate anche del
territorio cremonese: a queste si aggiunge la moltitudine di capannoni sfitti o
inutilizzati e di comparti di più modeste dimensioni. Le attività economiche
possono essere pianificate anche recuperando aree dismesse. I posti di lavoro
si possono creare anche tutelando il territorio.
Nelle norme del Piano
Attuativo sono elencate le categorie commerciali ammesse, specificando
l’esclusione di attività che possano penalizzare il centro città: un intento
che non sarà affatto semplice tradurre in realtà e che probabilmente non
rassicurerà diversi operatori economici del centro storico.
Amareggia constatare come
tutti evidenzino la necessità di fermare il consumo di suolo ma nella pratica
si continui a percorrere questa strada. Crediamo che Cremona meriti qualcosa di
meglio di qualche metro in più di pista ciclabile (beninteso, iniziative
apprezzabili) o di qualche filare alberato a scopo di mitigazione. Ogni metro
quadrato di territorio cementificato è perso per sempre: poco conta che
l’Amministrazione in carica si proclami di destra o di sinistra, ambientalista
o liberista, smart o green, parole che ormai celano
l’incapacità diffusa di immaginare un modello di sviluppo differente.
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