Nella
serata di Giovedì 18 (ore 21) si terrà a Grumello Cremonese un’assemblea
pubblica sul progetto di impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e non
pericolosi e di discarica di inerti, organizzata da un gruppo di cittadini del
territorio. La richiesta è stata avanzata da Cremona Ecologia Ambiente Srl nel
Giugno 2013 e riguarda la lavorazione ed il conferimento in discarica di
materiali legati all’attività dell’acciaieria Arvedi, sia in ingresso (trattamento
dei rottami per separare la componente effettivamente lavorabile in acciaieria)
che in uscita (scarti di lavorazione e rifiuti). Il volume previsto per la
discarica è di 717.000 mc, mentre l’inertizzazione riguarderebbe 165 t/g ed il
trattamento di recupero metalli 150 t/g; la potenzialità massima dell’impianto
è però superiore.
L’area
interessata è quella nei pressi della cascina Angiolina, al confine con il
territorio del Comune di Pizzighettone e contigua all’ambito estrattivo Ate
g16, una cava di ghiaia e sabbia in parte ancora attiva. La destinazione finale
prevista per l’ambito estrattivo è quella agricola. L’area in oggetto è situata
a ridosso di una vecchia scarpata morfologica tutelata dal Piano Territoriale
di Coordinamento Provinciale (PTCP).
Il
Comune di Grumello Cremonese ed Uniti ha già espresso parere negativo: un
parere giunto a seguito di uno studio commissionato ad un esperto di tematiche
ambientali, che ha approfondito questioni riguardanti varie tematiche quali la
viabilità, la soggiacenza della falda ed il rischio di alluvioni, evidenziato
anche dall’Autorità di Bacino del fiume Po. Ai piedi della scarpata infatti la
falda è situata poco al di sotto del piano campagna, e fino a pochi decenni fa
erano presenti fenomeni di affioramento (nei pressi era presente la santella
della Madonna del Pozzo, la cui toponomastica evidenzia la storicità del
fenomeno). In particolare, alcuni degli elementi segnalati nel suddetto parere
tecnico sono da considerarsi criteri escludenti ai sensi del Piano Regionale
Gestione Rifiuti.
Al
contrario del Comune di Grumello, i Comuni confinanti di Pizzighettone ed
Acquanegra Cremonese, così come la Provincia di Cremona, hanno già espresso
parere positivo al progetto, condizionato dalla realizzazione di alcune
mitigazioni ambientali. Nel decreto di compatibilità ambientale, emesso dalla
Provincia di Cremona in data 23/12/2015, sono state infatti inserite numerose
prescrizioni elaborate sulla base delle osservazioni degli enti, fra le quali la
necessità di effettuare, anche ai fini del procedimento di A.I.A. tuttora in
corso, le opportune verifiche sulla effettiva sussistenza delle clausole
escludenti indicate dal Comune di Grumello Cremonese. Ma
la questione della discarica di Grumello non può essere liquidata come uno
scontro tra comuni confinanti, né come oggetto di diatriba tra varie fazioni
politiche: si tratta invece di discutere del futuro di un’area estesa che da
Cremona, passando per Spinadesco e Crotta d’Adda, arriva fino a Grumello e
Pizzighettone. Proprio nel Comune di Crotta d’Adda infatti nel 2009 ha iniziato
la propria attività un’altra discarica di inerti, sempre gestita da Cremona
Ecologia Ambiente Srl. Si rende perciò necessaria una seria valutazione nel
medio-lungo periodo, analizzando le prospettive collegate al fabbisogno di
materiali ed alla produzione di rifiuti dell’acciaieria Arvedi in relazione
alle proprie capacità produttive. Si può ipotizzare un tavolo di confronto sul
tema, così come è stato attivato l’Osservatorio Arvedi, che riguarda però i
soli comuni di Cremona, Spinadesco e Sesto. Le competenze sul tema dei rifiuti
sono provinciali, così come è la Provincia di Cremona che identifica nel Piano
Provinciale dei Rifiuti e nel PTCP le zone dove è ammissibile la realizzazione
di impianti di trattamento rifiuti (si tratta di passaggi che spesso non
vengono approfonditi dalle Amministrazioni Comunali e dai cittadini, ma che
pongono le basi per ulteriori decisioni). Al tempo stesso la Provincia ha
funzioni di polizia territoriale, verificando anche l’ottemperanza alle
prescrizioni previste dalle autorizzazioni agli impianti di trattamento dei
rifiuti. Il timore è che il riordinamento delle Amministrazioni Provinciali
(congiuntamente alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato, anch’esso
voluto dal Governo Renzi), abbia come effetto pratico un minore presidio del
territorio ed una sottrazione di competenze riguardo alle tematiche sopra
indicate, proprio nel momento in cui queste si rendono più che mai necessarie.
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