martedì 28 ottobre 2014

Casalmaggiore - Aiuto, mi sono perso

Inoltriamo la comunicazione ricevuta dal Museo Diotti di Casalmaggiore

Carissimi amici del Museo Diotti,
 
ci permettiamo di segnalarvi una mostra attualmente in corso che forse non avete ancora visitato. Ha un titolo curioso - AIUTO MI SONO PERSO - ma è davvero una bussola per conoscere meglio la nostra bella provincia di Cremona e non solo, e questo lo fa nel modo più simpatico possibile, senza pedanterie, ma col sorriso, l'intelligenza e la bravura di grandi illustratori e l'aiuto di una guida speciale, un bel libro prodotto anch'esso dall'associazione cremonese TAPIRULAN che l'ha ideata e realizzata.
 
Qual è la prima cosa che vi viene in mente sentendo i nomi di luoghi come Pescarolo, S. Giovanni in Croce, Castelponzone o Isola Dovarese? E in seconda battuta, riflettendoci con più calma, con quale immagine, prodotto, monumento od angolo tipico identifichereste queste località e tante altre che costellano questa estesissima provincia? Non è sempre facile rispondere, anche se spesso dentro ciascuno di noi, inespresse, albergano sensazioni profonde, talvolta simili a sogni, talaltra forgiate sull'onda di luoghi comuni e pregiudizi, tutto ciò che insomma forma il nostro immaginario creando la familiarità, il radicamento e l'identità dei luoghi medesimi. La mostra, colle sue 36 bellissime tavole, realizzate con medium pittografici diversi o digitali dalle più grandi firme dell'illustrazione, vi aiuterà a tirar fuori i vostri fantasmi, vi suggerirà nuove fantasiose visioni per farvi viaggiare e pensare, chiedendovi solo un po' d'attenzione, senza nessun costo a carico vostro.
 
Per chi invece ha qualche soldo da spendere, vi segnaliamo il ricchissimo Bookshop di Tapirulan con edizioni di pregio di cataloghi di mostre di fotografia e illustrazione, guide, libri di poesia, magliette, spille, cartoline e calendari da collezione.
 
Il Conservatore VALTER ROSA
 
 
La mostra AIUTO MI SONO PERSO (18 ottobre-23 novembre 2014), aperta da martedì a venerdì dalle 8 alle 13, sabato e domenica dalle 15,30 alle 18.30, in occasione della Fiera di San Carlo (1-4 novembre 2014) avrà un'apertura straordinaria dalle 15 alle 19. L'INGRESSO E' LIBERO.
 
Indirizzo: MUSEO DIOTTI - via Aldo Formis, 17 - Casalmaggiore (CR) - info@museodiotti.it - tel. 0375/200416
Informazioni: www.tapirulan.it - info@tapirulan.it - 328/8518849

venerdì 3 ottobre 2014

Intervento Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre in Commissione Ambiente della Camera

In allegato il testo dell'intervento di Cesare Vacchelli - a nome del Coordinamento Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre - all’audizione della Commissione Ambiente della Camera di lunedì scorso riguardante il decreto “Sblocca Italia”.

 
NO AL DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 133
Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa
delle attivita' produttive. (GU n.212 del 12-9-2014)
Il Decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, noto come lo “Sblocca Italia”, rappresenta a nostro giudizio l'ennesimo decreto di deregolamentazione “selvaggia”  a danno del Paese ed è anche per questo che abbiamo accolto il vostro invito a partecipare a questa audizione, in quanto riteniamo fondamentale unire tutte le forze sane del paese per cassare le norme di questo provvedimento evitando che diventi legge.
Si tratta di un ulteriore tentativo di applicare anche nel nostro paese i dettami della "Schock Economy", la teoria liberista made in USA. Questa crisi infinita, di cui non si vede la fine, ha indotto in molti una unanime reazione: servono investimenti pubblici per far ripartire l'economia e creare occupazione. Tempestiva, almeno a parole, la risposta del neo premier: sblocchiamo l'Italia!
Da chi e da che cosa ancora non si è capito dal momento che nel paese degli abusi e dei condoni, dalle casse  notoriamente vuote e dal debito pubblico stratosferico di tutto ci sarebbe bisogno tranne che di semplificazioni (edilizie e non solo) in luogo di rigorosi controlli e di decisioni verticistiche invece che di consenso popolare.
Ma veniamo ai contenuti, in particolare quelli che riguardano le infrastrutture autostradali.
Art. 5 - Norme in materia di concessioni autostradali
Questo articolo consentirà alle concessioni scadute e in scadenza di evitare la gara per il relativo rinnovo in virtù della magnanima possibilità data di unificare tratte interconnesse, contigue ovvero tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria. Cosa che comporterà in primo luogo la unificazione delle originarie scadenze concessorie, che così verranno allineate con quella avente scadenza più lontana nel tempo.
Questo, secondo la maggioranza governativa, genererebbe la disponibilità di risorse per la realizzazione, senza oneri per lo Stato, degli interventi infrastrutturali previsti nelle originarie concessioni, oltre che per consentire la riduzione delle tariffe di pedaggio.
Il testo dell’articolo, ancorchè inizi con la solenne dichiarazione: “Nel rispetto dei principi dell’Unione Europea”, rappresenta una palese e grave violazione delle direttive e norme europee in materia che impongono, alla scadenza di ogni concessione autostradale, l’espletamento di regolare gara ad evidenza europea.
In secondo luogo le opere previste nelle originarie concessioni, che con il presente provvedimento si vorrebbero sbloccare, (spesso inutili oltre che devastanti), rappresentano un obbligo in capo al concessionario che, invece di essere premiato, dovrebbe rispondere di tale inadempienza contrattuale.
Fa scuola in proposito il raccordo autostradale Ti-Bre (Tirreno-Brennero) la cui costruzione era prevista sin dal 1974 all’interno della concessione dell’A15 Parma-La Spezia e, per nostra fortuna, non ha ancora visto la luce.
Sul tema dell’allungamento delle concessioni autostradali il nostro coordinamento ha inviato in data 31 luglio 2014, anticipando i contenuti dello sblocca Italia, una lettera alla CE per conoscere se la Commissione Europea fosse stata informata dalle istituzioni italiane circa la formula che, come riportato dagli organi di stampa, sarebbe stata allo studio del Ministero dei Trasporti italiano per ottenere l’allungamento della durata delle concessioni autostradali e, in ogni caso, se non riteneva che ciò non si configurasse come una palese violazione delle norme comunitarie sulla libera concorrenza.
Siamo ancora in attesa di avere riscontro ma, nel frattempo, abbiamo ottenuto un nuovo incontro con il Commissario al Mercato Interno e in quell’occasione riprenderemo tutti le questioni da noi segnalate.

Art. 11 - Disposizioni in materia di defiscalizzazione degli investimenti infrastrutturali in finanza di progetto

Con questo articolo si amplia la platea dei potenziali fruitori del “credito d’imposta” di cui all’art. 33 del dl 179/2012, per effetto dell’abbassamento del valore dell'opera in project  a partire dal quale è possibile usufruire della defiscalizzazione (da 200 milioni € a 50 mln €), e dell’estensione di tale beneficio ad ogni opera prevista  nei piani o programmi approvati da amministrazioni pubbliche, oltre che alle opere di rilevanza strategica (legge obiettivo).

In proposito è solo il caso di sottolineare come l’art. 107 TFUE (ex art. 87 TCE) definisca come Aiuti di Stato gli aiuti concessi dagli Stati membri sotto qualsiasi forma tendenti a favorire talune imprese o talune produzioni. Il successivo art. 108 stabilisce che è possibile dare esecuzione agli aiuti di stato solo una volta che gli stessi siano approvati dalla Commissione Europea.
Alla lettura delle sopracitate disposizioni comunitarie appare indubbio che le misure, contenute nel provvedimento in oggetto, favoriscano esclusivamente talune imprese e talune produzioni, le quali grazie al credito di imposta raggiungeranno un equilibrio finanziario che consentirà loro, ad esempio, di accedere al mercato del credito bancario con maggior facilità rispetto ad altre.
Sull’argomento il nostro coordinamento si è da subito attivato inviando ben due lettere di segnalazione alla CE, di cui l’ultima il 27 dicembre 2013, nonché con uno specifico incontro da noi richiesto al Commissario Joaquin Almunia e avvenuto il 4 marzo scorso presso gli uffici della Direzione Generale alla Concorrenza, alla presenza di tre funzionarie della Direzione stessa.
Le rappresentanti della Commissione hanno concordato sul fatto che la norma in questione possa rappresentare un aiuto di stato ma il governo italiano, ad oggi, non ha ancora informato la competente Direzione Generale alla Concorrenza, notificando alla stessa il proprio provvedimento di legge in materia di credito d’imposta.
Il nostro governo si è limitato ad indicare nelle linee guida di applicazione del provvedimento che la concessione di questi aiuti fiscali “…è effettuata nel rispetto della normativa europea ed in particolare di quella relativa agli aiuti di stato vigente al momento dell’affidamento…”.
E’ questa la “frase magica” che ora impedirebbe agli organismi europei di svolgere il proprio compito di verifica ed approvazione, che invece potranno esplicare, così hanno ribadito, solo quando questa legge verrà applicata concretamente ad un progetto autostradale.
Pertanto la norma da contestare è quella a cui il presente articolo fa riferimento e cioè il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 , convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221. Mentre l’azione da svolgere con urgenza è la segnalazione dei casi concreti a cui questa norma risulta già essere applicata, svolgendo inoltre un’azione di costante vigilanza sull’operato delle direzioni generali della CE competenti in materia.
Altra importante implicazione di questo provvedimento è quello dell’invarianza finanziaria
di seguito anche uno stralcio (quello che riguarda l'esame dell'art.33) del dossier di documentazione a corredo degli atti istruttori parlamentari.
In proposito, preso atto di quanto affermato dal Governo nella relazione tecnica e durante l’esame al Senato, si osserva che l’invarianza finanziaria delle disposizioni in esame appare confermata solo nel caso in cui nelle previsioni tendenziali non fosse inclusa in alcun modo la redditività – sotto forma di entrate fiscali o di riscossione di canoni – delle infrastrutture interessate dalle norme.
Considerando che le previsioni tendenziali di gettito sono formulate sulla base di un modello macroeconomico che stima l’andamento del PIL sulla base delle sue componenti, l’ipotesi assunta dalla relazione tecnica - che la norma configuri una rinuncia ad un gettito aggiuntivo non scontato - richiederebbe:


- che le previsioni tendenziali relative ai conti della PA scontino la riduzione della spesa per investimenti pubblici conseguente al blocco delle opere oggetto di agevolazione da parte della norma in esame. Tale circostanza non risulta, apparentemente, dal DEF per il 2013 e dal relativo allegato sulle infrastrutture strategiche, nel quale restano incluse le opere citate dalla Nota tecnica del Governo[118];
- che, nelle previsioni macroeconomiche tendenziali, si assuma che il blocco della spesa per investimenti pubblici, di cui al punto precedente, si rifletta interamente sulla spesa complessiva per investimenti nel paese.
In caso contrario, la detassazione prevista dalla norma risulterebbe suscettibile di incidere su una componente di spesa per investimento inclusa nelle previsioni tendenziali al pari della redditività propria dell’investimento stesso e del relativo gettito fiscale, che verrebbe conseguentemente ridotto. Sul punto appare necessario acquisire conferma dal Governo.
Anche la Corte dei Conti ha bocciato tale norma
Relazione sulla tipologia delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relative alle leggi pubblicate nel quadrimestre settembre – dicembre 2012

Come già segnalato in particolare dal Servizio bilancio della Camera dei Deputati, vale la pena di ribadire, sotto il profilo metodologico, che l’ipotesi di rinunzia a maggior gettito, su cui si fonda il giudizio circa l’assenza di conseguenze finanziarie di segno negativo, si basa sull’assunto - non dimostrato nella fattispecie - consistente nel fatto che nei quadri tendenziali non sia stato scontato il blocco degli investimenti pubblici (che la normativa appunto rimuoverebbe). Ciò porta a ribadire quanto più volte richiesto dalla Corte, ossia che – nonostante i progressi avutisi negli anni più recenti – si pone ancora in termini del tutto insoddisfacenti il necessario livello di informazioni circa i criteri di dettaglio con cui vengono costruiti i quadri tendenziali di finanza pubblica.

PROPOSTE / RICHIESTE
  • La prima naturalmente è quella di provare in ogni modo a far decadere il decreto stesso affinchè non diventi legge dello Stato;
  • in subordine, e per quanto riguarda gli argomenti oggetto del nostro intervento, cassare gli articoli 5 e 11 per le motivazioni sopra esposte;
  • il vostro impegno affinchè nelle sedi e con le modalità previste dalla legge si arrivi alla dichiarazione di incostituzionalità del presente decreto;
  • l’impegno affinchè il Parlamento aderisca ai rilievi della Corte dei Conti ai fini di una maggior trasparenza degli atti ed in particolare per garantire il necessario livello di informazioni circa i criteri di dettaglio con cui vengono costruiti i quadri tendenziali di finanza pubblica;
  • l’azione coordinata con i vs parlamentari europei affinchè l’Europa entri nel merito delle due questioni poste dalla normativa ora in esame e cioè il credito d’imposta e la proroga delle concessioni autostradali, decretandone la palese violazione delle direttive e delle norme europee in materia;
  • l’impegno a rilanciare, in luogo delle due inutili autostrade Cr-Mn e Ti-Bre, la necessità del potenziamento della linea ferroviaria Mantova-Cremona-Codogno-Milano, nonché del corridoio ferroviario Tirreno-Brennero, in particolare il tratto di collegamento tra Parma e Verona, attraverso:

    • il finanziamento dei restanti lavori sul tratto Parma-La Spezia ;
    • il completamento dei lavori su detto corridoio con l’individuazione del tracciato Parma-Casalmaggiore-Piadena-Mantova-Verona in luogo dell’attuale Parma-Suzzara-Poggio Rusco-Mantova, rispetto al quale risulta molto più conveniente, sotto diversi profili, tra cui quello economico: solo 70 milioni di € invece che 700;
Gli scienziati continuano a ripeterlo e non sanno più come dircelo: il cambiamento climatico non significa solo un po’ più di caldo o qualche temporale fuori stagione. Non è un’esagerazione: la nostra stessa “sopravvivenza” è a rischio. Questa è una battaglia per salvare il pianeta.
BASTA CEMENTO! STOP AL CONSUMO DI ENERGIA FOSSILE!