mercoledì 30 luglio 2014

In Lombardia boschi a rischio tra capannoni e motori



IN REGIONE LOMBARDIA CAPANNONI AL POSTO DEI BOSCHI E MEZZI MOTORIZZATI SU SENTIERI E MULATTIERE 

Il coordinamento locale del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori esprime la propria contrarietà riguardo ai provvedimenti presi in materia forestale da Regione Lombardia tramite la LR 43/14 recentemente approvata.
Due in particolare sono gli aspetti che ci trovano in disaccordo. In primo luogo l’estensione – da 5 a 15 anni – del periodo minimo di colonizzazione da parte di specie arboree e arbustive che vincola il proprietario di un terreno alla compensazione o alla monetizzazione in caso di taglio, quando questa azione è finalizzata alla realizzazione di interventi di urbanizzazione nelle aree edificabili classificate dallo strumento urbanistico a destinazione produttiva. Questa norma contiene un’iniquità di fondo (si applica solo alle aree produttive e non, ad esempio, a quelle per le costruzioni agricole o residenziali) e toglie un disincentivo che la legislazione precedente poneva al consumo di suolo. Peraltro tale disincentivo non impediva l’edificazione, che come detto poc’anzi era semplicemente vincolata alla compensazione o alla monetizzazione, e non costituiva certo “un assurdo balzello posto nei confronti degli imprenditori”, dal momento che cinque anni ci sembrano un periodo di tempo più che congruo nel quale svolgere interventi di sfalcio. In quindici anni si crea invece, soprattutto in pianura, un bosco vero e proprio, che con la nuova legge regionale sfuggirà alla normativa di settore. L’onere della compensazione era anche lo strumento per potenziare i corridoi ecologici e le aree di valenza strategica e naturalistica, più che mai utile in aree urbanizzate come la Pianura Padana. Peraltro sorgono diversi dubbi circa la compatibilità del dispositivo della legge regionale con il D.Lgs 227/2001. Secondo la nuova legge, inoltre, in aree di montagna non sono previste compensazioni in caso di eliminazione di specie arboree ed arbustive per un periodo di colonizzazione inferiore ai trent’anni se tali interventi hanno la finalità di ripristino di prati permanenti, pascoli e colture terrazzate. Se l’obiettivo di recuperare terrazzamenti e prati stabili e condivisibile, un intervallo temporale così lungo pone delle difficoltà nel risalire all’uso del suolo effettivamente presente prima della colonizzazione arborea ed arbustiva, con il conseguente rischio di speculazioni.
Si vuole invece perseguire la deregulation selvaggia in spregio alle aree di valenza naturalistica, come testimonia il secondo aspetto controverso della normativa. Con l’articolo 4 della LR 43/2014 infatti si inseriscono delle deroghe volte a consentire manifestazioni con mezzi motorizzati sulle strade agro-silvo-pastorali, nei boschi, nei pascoli, sui sentieri e sulle mulattiere. Si può facilmente immaginare quali saranno le conseguenze sulla fauna e sull’ecosistema locale. A fronte dell’interesse di pochi appassionati verranno sacrificati i diritti dei fruitori abituali dei boschi lombardi, compresi gli escursionisti, oltre che il principio generale che tutela un ambito di interesse collettivo, che la stessa Costituzione prevede di salvaguardare (il paesaggio!). Le aree boscate montane, collinari e perifluviali della Lombardia costituiscono un’attrattiva da valorizzare rispettandone la specifica natura, nell’ottica dello sviluppo del turismo: un’opportunità anche dal punto di vista imprenditoriale, cui si dovrebbe porre particolare attenzione in un periodo come questo. Una visione strategica, non certo “ambientalismo da salotto”.

Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori - Coordinamento Cremonese, Cremasco, Casalasco

Nessun commento:

Posta un commento