giovedì 3 ottobre 2013

Osservazioni al PGT di Rivolta d'Adda

Il nostro coordinamento locale, insieme al circolo Legambiente Alto Cremasco, ha presentato le proprie osservazioni al Piano di Governo del Territorio del Comune di Rivolta d'Adda. Causa principale delle nostre preoccupazioni, oltre al consumo di suolo che deriverebbe dall'attuazione degli ambiti di trasformazione, è il cambiamento di destinazione di alcune aree, attualmente a verde, per le quali è prevista l'edificazione. Tra queste il Parco del Cremo, l'unica area verde del tessuto urbano di Rivolta. Di seguito pubblichiamo estratto del documento presentato.

Il fiume Adda nei pressi di Rivolta

Le prime considerazioni riguardano l’orizzonte temporale preso in esame come riferimento per la stesura del PGT. Sebbene il programma si riferisca ad “un arco temporale medio-lungo” (Estensione spazio-temporale del campo d’intervento, cap.2 della Relazione di Progetto), bisogna tenere conto che il Documento di Piano ha valenza quinquennale: superato questo lasso di tempo, tale documento è sottoposto a revisione, ed in quella sede può essere adeguato alle nuove esigenze del territorio comunale. Il quinquennio pare quindi l’arco temporale più adeguato come riferimento per le scelte del PGT riguardanti, in particolare, la definizione delle aree di trasformazione.

Al riguardo vogliamo citare le previsioni sulla popolazione insediabile nelle aree di trasformazione residenziale, le quali, per essere sufficientemente attendibili, non possono prescindere dalla valutazione dell’andamento demografico degli ultimi anni. Nel dettaglio, il Comune di Rivolta d’Adda ha conosciuto, nel decennio 2001-2011, una significativa ripresa demografica, passando da 7.012 a 7.918 abitanti (+906 abitanti, per un valore medio di circa 90 abitanti in più ogni anno). Dalla Relazione di Progetto si evince che la popolazione residente al 31.10.2008 era di 7.875 abitanti. Prendendo in considerazione il triennio 2008-2011, l’incremento è stato pari a 43 abitanti: il valore medio annuale scende quindi a +14. Alla luce di questi dati appare assolutamente sproporzionato il valore previsto dal PGT, pari a 10.171 abitanti. Anche sottraendo a tale valore gli abitanti insediabili tramite l’attuazione delle aree di trasformazione (stimati dal PGT in oltre 1.300) si raggiungerebbe infatti una popolazione di quasi 9.000 abitanti, una cifra più che ottimistica.

Pur tenendo conto che gli abitanti insediabili aggiunti dal PGT adottato sono una minima parte rispetto a quelli previsti nello strumento urbanistico vigente, la mutata situazione socio-economica dovrebbe spingere in un’altra direzione. La presenza di numerosi alloggi sfitti e invenduti, concentrata in particolar modo nelle lottizzazioni più recenti, evidenzia le difficoltà del mercato immobiliare, oltre a costituire una “riserva” di abitazioni disponibili per potenziali nuovi abitanti. A questo va aggiunto il principio, riconosciuto anche dal Consiglio di Stato (sentenza 6656/2012), che non esistono diritti edificatori acquisiti.
La zona a sud dell’abitato di Rivolta si caratterizza per un paesaggio agricolo nel complesso gradevole: il PGT vi prevede un’opportuna fascia agricola periurbana di funzione ecologica a protezione della zona residenziale. Le previsioni di urbanizzazione ed infrastrutturali sopra citate porterebbero ad un ampliamento di tale fascia, all’interno della quale vige il divieto di insediamenti zootecnici. Tale vincolo, pur correttamente specificato in normativa, risulta penalizzante nei confronti delle aziende agricole preesistenti in quanto l’attività zootecnica, parte integrante dell’economia tradizionale locale, verrebbe sacrificata a favore di previsioni di espansione urbana ch, stante la situazione attuale del mercato immobiliare, rischiano di mettere in difficoltà gli stessi proprietari dei terreni. Si chiede quindi lo stralcio, quantomeno parziale, delle aree di trasformazione a destinazione residenziale, limitandole eventualmente alle aree intercluse tra il tessuto urbano consolidato e la viabilità esistente.

Il Piano dei Servizi riconosce l’importanza del “sistema delle aree di rigenerazione spontanea e di verde paesistico” lungo la SP90, facendo però riferimento ad un loro potenziamento in sede di mitigazione ambientale. Queste aree verdi sono attualmente esistenti, e vi si dovrebbe tutt’al più incrementare la dotazione arborea o realizzare interventi a protezione delle residenze rispetto ai fenomeni di inquinamento atmosferico ed acustico. Le intenzioni reali del PGT, di fatto, vanno nella direzione opposta, diminuendo la superficie a verde e trasformandone in buona parte la destinazione in “ambito residenziale estensivo”. L’edificazione di queste aree appare alquanto difficoltosa a causa della presenza della fascia di rispetto inedificabile della SP90: se si tiene conto poi del limite di altezza correttamente previsto dalle Norme Tecniche di Attuazione, pari a tre piani fuori terra, si comprende come la cubatura realizzabile verrebbe concentrata in superfici molto ridotte e di problematica attuazione. Ulteriore fattore che sconsiglierebbe l’edificazione è la destinazione di alcune aree adiacenti, che potrebbero essere fonte di conflitto con la residenza: è il caso della piazzola ecologica (per la quale si precluderebbe la possibilità di un eventuale futuro ampliamento, qualora necessario) e di alcune aziende, potenziali sorgenti di inquinamento acustico. Risulta inaccettabile soprattutto l’eliminazione del Parco del Cremo in quanto tale area è  caratterizzata dalla presenza di alberature maestose aventi più di quarant’anni di età. Senza contare che il sito viene normalmente fruito da parte dei rivoltani, molti dei quali nutrono un legame affettivo nei suoi confronti. Si vuole impedire il ripetersi di quanto accaduto per le più recenti lottizzazioni realizzate a Rivolta, che spiccano per un’elevata concentrazione delle cubature e per la pressoché totale assenza di aree verdi, con conseguenti effetti molto negativi sulla vivibilità dei nuovi quartieri. Si chiede quindi che le aree comprese tra le vie 2 Giugno, Galvani, Colombo e la SP90 per le quali è stato variato l’azzonamento da area a verde ad ambito residenziale estensivo ritornino alla destinazione originaria, di modo che possano svolgere il ruolo di aree filtro e di mitigazione nei confronti dell’adiacente strada provinciale. Si chiede inoltre particolare attenzione al mantenimento delle alberature esistenti all’interno del tessuto urbano consolidato.

Ulteriori fattori potenziali di consumo di suolo sono le previsioni di espansione commerciale e produttiva a nord dell’abitato. Per quando riguarda l’ambito di trasformazione commerciale (estensione di poco inferiore ai 120.000 mq), questo aprirebbe le porte ad un nuovo insediamento della Grande Distribuzione. Una previsione di questo tipo non può prescindere da un’analisi di livello sovracomunale, che nel caso di Rivolta andrebbe ad investire le aree limitrofe appartenenti alle province di Milano, Bergamo e Lodi. Si ritiene che il territorio sia, da questo punto di vista, ormai saturo e si chiede, per il momento, lo stralcio parziale del comparto di trasformazione commerciale non inserito nell’accordo di programma tra Comune di Rivolta d’Adda/Provincia di Cremona/Soc. Moina srl per circa mq 50.000.

Anche l’espansione produttiva prevista (circa 160.000 mq) appare sovrabbondante, se si prendono in considerazione i numerosi capannoni realizzati negli ultimi anni e ad oggi non occupati. Analogamente all’area di trasformazione commerciale, anche la realizzazione di quella produttiva comporterebbe problemi viabilistici. La stessa Provincia di Cremona ha inoltre evidenziato sovrapposizioni tra il comparto e gli areali della Rete Ecologica Provinciale (REP). Si chiede pertanto che l’area di trasformazione a destinazione produttiva venga quantomeno ridotta, stralciando la parte settentrionale (che si sovrappone con la REP) e concentrando lo sviluppo produttivo nelle aree urbanizzate aventi la medesima destinazione, già realizzate ma dismesse o non utilizzate, garantendo tutt’al più delle aree di riserva per l’eventuale delocalizzazione di attività insediate all’interno del centro abitato ed in potenziale conflitto con la destinazione residenziale ivi prevalente.

Per quanto riguarda la Rete Ecologica, al di là delle criticità già evidenziate, si valuta positivamente il fatto che il PGT riconosca la posizione strategica del territorio comunale di Rivolta, seppure ciò avvenga fondamentalmente recependo le disposizioni sovraordinate di Regione Lombardia e della Provincia di Cremona. Appare giustificata la scelta di considerare l’area del Parco Adda Sud all’interno della Rete Ecologica Comunale (REC), includendo così aree di particolare pregio come il bosco della Cantacucca e le numerose ed estese aree boscate situate lungo il fiume Adda, valorizzando il paesaggio perifluviale ed indirizzandovi le principali azioni di tutela e valorizzazione naturalistica. Si ritiene però che la REC abdichi in parte al proprio ruolo nel momento in cui non scende nel dettaglio della scala comunale, trascurando l’ambiente prettamente urbano. Ci si riferisce in particolare allo stralcio delle indicazioni contenute nello strumento urbanistico vigente, che prevedeva la realizzazione di un corridoio verde interposto tra il centro abitato e le strade provinciali n.4 e n.90. Questo corridoio, se completato ed implementato con opportune piantumazioni di filari arborei a sud del paese (area agricola periurbana di funzione ecologica), andrebbe a costituire una vera e propria cintura verde intorno all’abitato di Rivolta, avente lo scopo di migliorare la qualità dell’aria (il problema del PM10 è particolarmente presente nel territorio comunale). In questo modo inoltre si realizzerebbe una connessione completa tra il centro abitato ed il “polmone verde” del territorio rivoltano, ovvero il Parco della Preistoria e le altre aree boscate situate lungo il corso dell’Adda. Si richiede pertanto il reinserimento delle indicazioni relative alla REC presenti nel PGT vigente ed il loro potenziamento nelle aree a sud dell’abitato.

Si richiede inoltre che vengano prese in considerazione alcune ottime proposte (osservazione n.26 prot.11668 del 30.07.2009, ripresa dal documento presentato dal Gruppo Consiliare “Rivolta delle Idee in sede di adozione di PGT e pubblicato sul sito del Comune) a suo tempo avanzate da alcuni consiglieri di minoranza (facenti parte oggi dell’Amministrazione Comunale), quali gli incentivi per la realizzazione di sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili per i nuovi insediamenti, l’inserimento di aree per l’edilizia popolare e/o convenzionata negli ambiti di trasformazione residenziale e l’inserimento nell’ambito di trasformazione produttiva di una riserva di possibilità edificatoria per attività artigianali locali.

Si chiede infine che vengano inseriti nella cartografia del PGT insediamenti ed attività aventi impatto sull’ambiente ed il territorio comunale, con indicazione di eventuali fasce di rispetto ed interventi di mitigazione previsti. Ci si riferisce in particolar modo agli impianti di telecomunicazione e radiotelevisione, alle attività soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), agli impianti a biogas e biomasse ed ai campi fotovoltaici a terra in aree agricole. A tal proposito si richiama la linea di indirizzo approvata dal Consiglio Comunale in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in aree agricole. Nella Relazione di Progetto del PGT viene inoltre manifestata l’intenzione di realizzare sul territorio comunale un impianto di microzonizzazione molecolare. Prendendo atto che nella cartografia dello strumento urbanistico adottato non vengono fornite indicazioni chiare sulla collocazione di tale impianto, si richiedono approfondimenti: ci si chiede, in particolare, se la sua realizzazione non sia in contrasto con la linea di indirizzo sopra citata. Analogamente si chiede di riportare in cartografia le attività autorizzate alle emissioni in atmosfera ed allo smaltimento di rifiuti.

 

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