Il nostro coordinamento locale, insieme al circolo Legambiente Alto Cremasco, ha presentato le proprie osservazioni al Piano di Governo del Territorio del Comune di Rivolta d'Adda. Causa principale delle nostre preoccupazioni, oltre al consumo di suolo che deriverebbe dall'attuazione degli ambiti di trasformazione, è il cambiamento di destinazione di alcune aree, attualmente a verde, per le quali è prevista l'edificazione. Tra queste il Parco del Cremo, l'unica area verde del tessuto urbano di Rivolta. Di seguito pubblichiamo estratto del documento presentato.
Il fiume Adda nei pressi di Rivolta |
Le prime considerazioni riguardano l’orizzonte
temporale preso in esame come riferimento per la stesura del PGT. Sebbene
il programma si riferisca ad “un arco temporale medio-lungo” (Estensione
spazio-temporale del campo d’intervento, cap.2 della Relazione di Progetto),
bisogna tenere conto che il Documento di Piano ha valenza quinquennale:
superato questo lasso di tempo, tale documento è sottoposto a revisione, ed in
quella sede può essere adeguato alle nuove esigenze del territorio comunale. Il
quinquennio pare quindi l’arco temporale più adeguato come riferimento per le
scelte del PGT riguardanti, in particolare, la definizione delle aree di
trasformazione.
Al riguardo vogliamo citare le
previsioni sulla popolazione insediabile nelle aree di trasformazione
residenziale, le quali, per essere sufficientemente attendibili, non possono
prescindere dalla valutazione dell’andamento demografico degli ultimi anni. Nel
dettaglio, il Comune di Rivolta d’Adda ha conosciuto, nel decennio 2001-2011,
una significativa ripresa demografica, passando da 7.012 a 7.918 abitanti
(+906 abitanti, per un valore medio di circa 90 abitanti in più ogni anno).
Dalla Relazione di Progetto si evince che la popolazione residente al
31.10.2008 era di 7.875 abitanti. Prendendo in considerazione il triennio
2008-2011, l’incremento è stato pari a 43 abitanti: il valore medio annuale
scende quindi a +14. Alla luce di questi dati appare assolutamente
sproporzionato il valore previsto dal PGT, pari a 10.171 abitanti. Anche
sottraendo a tale valore gli abitanti insediabili tramite l’attuazione delle
aree di trasformazione (stimati dal PGT in oltre 1.300) si raggiungerebbe
infatti una popolazione di quasi 9.000 abitanti, una cifra più che ottimistica.
Pur tenendo conto che gli abitanti
insediabili aggiunti dal PGT adottato sono una minima parte rispetto a quelli
previsti nello strumento urbanistico vigente, la mutata situazione
socio-economica dovrebbe spingere in un’altra direzione. La presenza di
numerosi alloggi sfitti e invenduti, concentrata in particolar modo nelle
lottizzazioni più recenti, evidenzia le difficoltà del mercato immobiliare,
oltre a costituire una “riserva” di abitazioni disponibili per potenziali nuovi
abitanti. A questo va aggiunto il principio, riconosciuto anche dal Consiglio
di Stato (sentenza 6656/2012), che non esistono diritti edificatori acquisiti.
La zona a sud dell’abitato di Rivolta si
caratterizza per un paesaggio agricolo nel complesso gradevole: il PGT vi
prevede un’opportuna fascia agricola periurbana di funzione ecologica a
protezione della zona residenziale. Le previsioni di urbanizzazione ed
infrastrutturali sopra citate porterebbero ad un ampliamento di tale fascia,
all’interno della quale vige il divieto di insediamenti zootecnici. Tale
vincolo, pur correttamente specificato in normativa, risulta penalizzante nei
confronti delle aziende agricole preesistenti in quanto l’attività zootecnica,
parte integrante dell’economia tradizionale locale, verrebbe sacrificata a
favore di previsioni di espansione urbana ch, stante la situazione attuale del
mercato immobiliare, rischiano di mettere in difficoltà gli stessi proprietari
dei terreni. Si chiede quindi lo stralcio, quantomeno parziale, delle aree
di trasformazione a destinazione residenziale, limitandole eventualmente alle
aree intercluse tra il tessuto urbano consolidato e la viabilità esistente.
Il Piano dei Servizi riconosce l’importanza
del “sistema delle aree di rigenerazione spontanea e di verde paesistico” lungo
la SP90, facendo
però riferimento ad un loro potenziamento in sede di mitigazione ambientale.
Queste aree verdi sono attualmente esistenti, e vi si dovrebbe tutt’al più
incrementare la dotazione arborea o realizzare interventi a protezione delle
residenze rispetto ai fenomeni di inquinamento atmosferico ed acustico. Le
intenzioni reali del PGT, di fatto, vanno nella direzione opposta, diminuendo
la superficie a verde e trasformandone in buona parte la destinazione in
“ambito residenziale estensivo”. L’edificazione di queste aree appare alquanto
difficoltosa a causa della presenza della fascia di rispetto inedificabile
della SP90: se si tiene conto poi del limite di altezza correttamente previsto
dalle Norme Tecniche di Attuazione, pari a tre piani fuori terra, si comprende
come la cubatura realizzabile verrebbe concentrata in superfici molto ridotte e
di problematica attuazione. Ulteriore fattore che sconsiglierebbe l’edificazione
è la destinazione di alcune aree adiacenti, che potrebbero essere fonte di
conflitto con la residenza: è il caso della piazzola ecologica (per la quale si
precluderebbe la possibilità di un eventuale futuro ampliamento, qualora
necessario) e di alcune aziende, potenziali sorgenti di inquinamento acustico.
Risulta inaccettabile soprattutto l’eliminazione del Parco del Cremo in quanto
tale area è caratterizzata dalla
presenza di alberature maestose aventi più di quarant’anni di età. Senza contare
che il sito viene normalmente fruito da parte dei rivoltani, molti dei quali
nutrono un legame affettivo nei suoi confronti. Si vuole impedire il ripetersi
di quanto accaduto per le più recenti lottizzazioni realizzate a Rivolta, che
spiccano per un’elevata concentrazione delle cubature e per la pressoché totale
assenza di aree verdi, con conseguenti effetti molto negativi sulla vivibilità
dei nuovi quartieri. Si chiede quindi che le aree comprese tra le vie 2
Giugno, Galvani, Colombo e la SP90
per le quali è stato variato l’azzonamento da area a verde ad ambito
residenziale estensivo ritornino alla destinazione originaria, di modo che
possano svolgere il ruolo di aree filtro e di mitigazione nei confronti
dell’adiacente strada provinciale. Si chiede inoltre particolare attenzione al
mantenimento delle alberature esistenti all’interno del tessuto urbano
consolidato.
Ulteriori fattori potenziali di consumo
di suolo sono le previsioni di espansione commerciale e produttiva a nord
dell’abitato. Per quando riguarda l’ambito di trasformazione commerciale
(estensione di poco inferiore ai 120.000 mq), questo aprirebbe le porte ad un
nuovo insediamento della Grande Distribuzione. Una previsione di questo tipo
non può prescindere da un’analisi di livello sovracomunale, che nel caso di
Rivolta andrebbe ad investire le aree limitrofe appartenenti alle province di
Milano, Bergamo e Lodi. Si ritiene che il territorio sia, da questo punto di
vista, ormai saturo e si chiede, per il momento, lo stralcio parziale del
comparto di trasformazione commerciale non inserito nell’accordo di programma
tra Comune di Rivolta d’Adda/Provincia di Cremona/Soc. Moina srl per circa mq 50.000.
Anche l’espansione produttiva prevista
(circa 160.000 mq) appare sovrabbondante, se si prendono in considerazione i
numerosi capannoni realizzati negli ultimi anni e ad oggi non occupati.
Analogamente all’area di trasformazione commerciale, anche la realizzazione di
quella produttiva comporterebbe problemi viabilistici. La stessa Provincia di
Cremona ha inoltre evidenziato sovrapposizioni tra il comparto e gli areali
della Rete Ecologica Provinciale (REP). Si chiede pertanto che l’area di
trasformazione a destinazione produttiva venga quantomeno ridotta, stralciando
la parte settentrionale (che si sovrappone con la REP) e concentrando lo
sviluppo produttivo nelle aree urbanizzate aventi la medesima destinazione, già
realizzate ma dismesse o non utilizzate, garantendo tutt’al più delle aree di
riserva per l’eventuale delocalizzazione di attività insediate all’interno del
centro abitato ed in potenziale conflitto con la destinazione residenziale ivi
prevalente.
Per quanto riguarda la Rete Ecologica, al
di là delle criticità già evidenziate, si valuta positivamente il fatto che il
PGT riconosca la posizione strategica del territorio comunale di Rivolta,
seppure ciò avvenga fondamentalmente recependo le disposizioni sovraordinate di
Regione Lombardia e della Provincia di Cremona. Appare giustificata la scelta
di considerare l’area del Parco Adda Sud all’interno della Rete Ecologica
Comunale (REC), includendo così aree di particolare pregio come il bosco della
Cantacucca e le numerose ed estese aree boscate situate lungo il fiume Adda,
valorizzando il paesaggio perifluviale ed indirizzandovi le principali azioni
di tutela e valorizzazione naturalistica. Si ritiene però che la REC abdichi in parte al
proprio ruolo nel momento in cui non scende nel dettaglio della scala comunale,
trascurando l’ambiente prettamente urbano. Ci si riferisce in particolare allo
stralcio delle indicazioni contenute nello strumento urbanistico vigente, che
prevedeva la realizzazione di un corridoio verde interposto tra il centro
abitato e le strade provinciali n.4 e n.90. Questo corridoio, se completato ed
implementato con opportune piantumazioni di filari arborei a sud del paese
(area agricola periurbana di funzione ecologica), andrebbe a costituire una
vera e propria cintura verde intorno all’abitato di Rivolta, avente lo scopo di
migliorare la qualità dell’aria (il problema del PM10 è particolarmente
presente nel territorio comunale). In questo modo inoltre si realizzerebbe una
connessione completa tra il centro abitato ed il “polmone verde” del territorio
rivoltano, ovvero il Parco della Preistoria e le altre aree boscate situate lungo
il corso dell’Adda. Si richiede pertanto il reinserimento delle indicazioni
relative alla REC presenti nel PGT vigente ed il loro potenziamento nelle aree
a sud dell’abitato.
Si richiede inoltre che vengano prese in
considerazione alcune ottime proposte (osservazione n.26 prot.11668 del
30.07.2009, ripresa dal documento presentato dal Gruppo Consiliare “Rivolta
delle Idee in sede di adozione di PGT e pubblicato sul sito del Comune) a suo
tempo avanzate da alcuni consiglieri di minoranza (facenti parte oggi
dell’Amministrazione Comunale), quali gli incentivi per la realizzazione di
sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili per i nuovi
insediamenti, l’inserimento di aree per l’edilizia popolare e/o convenzionata
negli ambiti di trasformazione residenziale e l’inserimento nell’ambito di
trasformazione produttiva di una riserva di possibilità edificatoria per
attività artigianali locali.
Si chiede infine che vengano inseriti
nella cartografia del PGT insediamenti ed attività aventi impatto sull’ambiente
ed il territorio comunale, con indicazione di eventuali fasce di rispetto ed
interventi di mitigazione previsti. Ci si riferisce in particolar modo agli
impianti di telecomunicazione e radiotelevisione, alle attività soggette ad
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), agli impianti a biogas e biomasse ed
ai campi fotovoltaici a terra in aree agricole. A tal proposito si richiama la
linea di indirizzo approvata dal Consiglio Comunale in materia di impianti per
la produzione di energia da fonti rinnovabili in aree agricole. Nella Relazione
di Progetto del PGT viene inoltre manifestata l’intenzione di realizzare sul
territorio comunale un impianto di microzonizzazione molecolare. Prendendo atto
che nella cartografia dello strumento urbanistico adottato non vengono fornite
indicazioni chiare sulla collocazione di tale impianto, si richiedono
approfondimenti: ci si chiede, in particolare, se la sua realizzazione non sia
in contrasto con la linea di indirizzo sopra citata. Analogamente si chiede di riportare
in cartografia le attività autorizzate alle emissioni in atmosfera ed allo
smaltimento di rifiuti.
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